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Immagine del redattoreChiara Commisso

Panico x Lingua Clara

Usu latinae linguae verba nova et insolita explicare. Ovvero spiegare cose nuove con parole vecchissime…Lingua Clara si inserisce nella cornice di ATB Associazione Culturale con la volontà di mostrare le potenzialità di una lingua, considerata ormai obsoleta, ma che si dimostra invece contemporanea e viva. Non si propone di usare il latino che avrebbe utilizzato Cicerone, ma sfrutta, piuttosto, la struttura e i termini, anche quelli insoliti, del latino con l’obiettivo di intessere un gioco tra chi scrive e chi legge: quello di capirsi attraverso parole lontane, evocative, insolite, che nella loro verità eterna palesano un significato immediatamente chiaro. Non serve conoscere il latino per capire il significato di questo latinorum!


Panico: Id est terror sine fine



Curiosità

Per spiegare l’etimologia della parola “panico” dobbiamo fare un lungo viaggio indietro nel tempo, in un periodo in cui i confini tra le storie e le leggende erano sfumati, in un mondo in cui gli dei abitavano tra gli uomini e percorrevano le loro strade con aspetto innocuo. Siamo nell’antica Grecia, ma non ci troviamo di fronte ai meravigliosi templi di Atene; siamo in una terra brulla e selvaggia, dove il limitare con i fitti boschi nasconde segreti e misteri.

Se sull’Olimpo gli dei, seduti fieramente sui loro scranni e sotto forma di statua nei templi, ricevono compostamente sacrifici, in questi territori si aggira uno spirito potentissimo e selvaggio dal carattere vivace e la magia sconfinata: Pan. Sfuggente creatura, metà uomo e metà capra, dotato di poteri divini, Pan zufola e si diverte a terrorizzare uomini, donne, ninfe, nascondendosi nel sottobosco e lanciando ululati così terribili da provare a volte, lui stesso, timore. Da questa sua abitudine curiosa deriva in effetti il termine “panico” per descrivere quanto provato da chi ne udiva le grida animalesche.

Tuttavia panico può anche assumere il significato –molto più raro– di intensa partecipazione e percezione della natura circostante, della parte selvaggia del mondo, ovvero una connessione intima con l'anima degli esseri viventi. Si riteneva infatti che Dioniso risvegliasse gli istinti primitivi degli uomini, grazie al vino, durante le celebrazioni romane chiamate Baccanali (Bacco è infatti, nel mondo romano, un altro nome di Dioniso) ove si svolgevano riti con finalità mistiche riservati alle sole iniziate oppure celebrazioni orgiastiche con valore propiziatorio per i campi, vietate poi nel 186 a.C. dal severissimo Catone il Censore, in cui erano coinvolti sia uomini che donne.


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