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Infodemia x Lingua Clara

Aggiornamento: 7 lug 2021

Usu latinae linguae verba nova et insolita explicare.

Ovvero spiegare cose nuove con parole vecchissime…

Lingua Clara si inserisce nella cornice di ATB Associazione Culturale con la volontà di mostrare le potenzialità di una lingua, considerata ormai obsoleta, ma che si dimostra invece contemporanea e viva. Non si propone di usare il latino che avrebbe utilizzato Cicerone, ma sfrutta, piuttosto, la struttura e i termini, anche quelli insoliti, del latino con l’obiettivo di intessere un gioco tra chi scrive e chi legge: quello di capirsi attraverso parole lontane, evocative, insolite, che nella loro verità eterna palesano un significato immediatamente chiaro. Non serve conoscere il latino per capire il significato di questo latinorum!


Infodemia: populus stulte blaterat, totum credet, et facile argumentum non comprehendet.




Curiosità

Infodemia è una parola nuova, composta, dalle radici antiche. Per metà è latina, per metà greca. Info, da informatio, informare, ovvero, dar forma a qualcosa, e dunque spiegare qualcosa, dare una notizia. Demia, dal greco δῆμος [‘dε:mos], popolo. Un’informazione che prende forma a partire da chiunque, in cui una voce non si impone sulle altre per autorevolezza, ma perché nel caos di tante affermazioni diverse si diffonde come un virus e, per vari motivi, circola di più. Infodemia nasce in realtà da epidemia, nel nuovo millennio, per descrivere il carattere virale dell’informazione ai tempi dei social, e negli ultimi due anni acquisisce considerazione e seguito, tanto che la Treccani la aggiunge al suo Vocabolario.

Ne è una prova la Nascita della Venere, di Botticelli, perché se pensavate che nel famosissimo quadro degli Uffizi la bella dea sia appena nata dalla spuma di mare, beh dovete sapere che non è affatto così: Venere sta infatti giungendo a Cipro sospinta dai venti. Persino il nome del dipinto risente di un’infodemia secolare, in cui vediamo imporsi la voce di chi in questo caso ha torto. Lei, maestosa, regale, dipinta su tela su una base azzurra, ha capelli brillanti grazie alle applicazioni di foglia d’oro e il suo sguardo sornione sembra tradirne l’impassibilità, nonostante l’atteggiamento pudico di chi cerca di coprirsi. Venere d’altronde, dea della seduzione, di certo sa bene che non bisogna dar mostra di concedere troppo a nessun amante, prima d’averne strappato qualche falsa promessa. Così, con la finta timidezza di una Marylin che non si sforza troppo di abbassare il vestito sul getto d’aria e anzi gioca col vento, la sua provocante bellezza si riconferma nel gioco di chi finge di voler nascondere quel che invece mostra. In fin dei conti, ci insegnano entrambe, questa è la contraddizione che da sempre fomenta gli amanti, un velo sottile e svolazzante che, nel suo vedo-non vedo, permette all’immaginazione di fare il suo corso.



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