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Suspended Animation | Massimo Doronzo

Il magico potere della bellezza, che conduce all’estasi (ékstasis, eksístēmi “sono fuori di me”) affidandosi alla seduzione (se-ducĕre “condurre a sé”), che conduce a sé in senso positivo, perché nel contempo induce a portare fuori da sé, fuori dal mondo della quotidianità, dell’interesse, dell’abitudine per intraprendere l’avventura in un mondo altro.

Il progetto “suspended animation”di Massimo Doronzo presenta un percorso di contaminazione culturale e artistica,nel segno di un’evoluzione del dinamismo e della pluralità di informazioni e tecniche della contemporanità. È una contaminazione e una somiglianza tra le arti, una ricerca di idee inedite, mescolanze, commistioni: il racconto di un mondo profondamente mutato ma ben radicato nella tradizione artistica europea:, un potentissimo campo di energia magnetica capace di catturare, favorendo il passaggio da un mondo conosciuto ad un mondo sconosciuto ovvero da un mondo difficile da abbandonare ad un mondo nuovo da conquistare. In “suspended animation” nulla è mai solo quello che ci appare, nulla è mai scontato. La tecnica fotografica di Massimo Doronzo nasconde parecchie insidie, specie per quanto riguarda l’illuminazione, che se non vengono gestite nel modo adeguato, portano alla realizzazione di clamorosi disastri.L’idea è quella della sequela di grandi temi (la natura morta, poi still life si afferma come genere artistico a se stante già nel ‘600 attraverso la messa in posa degli oggetti, il più delle volte umili e quotidiani sebben caratterizzati da notevoli valenze simboliche. Il frutto, il fiore, l’arredo ben definito, assumono un significato esclusivamente moraleggiante. Il ciclo delle stagioni, la fragilità, la caducità, l’annientamento sono le tematiche che il pittore affronta tramite una descrizione “minuziosa e appassionata” elevando tecnicamente e qualitativamente ogni singolo componente dell’opera). Nella sua Ricerca Massimo Doronzo riproduce fotografie che sembrano pitture a olioe che ammiccano alla sontuosa vanitas dei banchetti di Willelm Kalf, alla giustapposizione organica di vivande studiata da Jacopo Chimenti o alla variante spagnola del Bodegòn di Juan Sanchez Cotàn. Opere che ci interrogano e incuriosiscono riguardo al percorso intellettuale che ha portato l’artista a realizzare lavori inerenti una propria, particolare ricerca, che ci invitano a indagare quale artificio abbia utilizzato per ricontestualizzare la storia della pittura in uno scatto fotografico, in un segno, in una sovrapposizione, in una composizione, in una ricerca estetica.

Massimo Doronzo: appassionato di fotografia da sempre. Fin da piccolo ho sperimentato e armeggiato con la vecchia macchina fotografica di mio padre. A dodici anni ho frequento il mio primo corso di fotografia e da quel momento, tra periodi più o meno intensi, non ho mai smesso di operare in quel mondo. Non sono legato a nessun genere in particolare e mi piace sperimentare. I miei lavori spaziano dal bianco e nero, alla paesaggistica, alla naturalistica , allo still-life, alla ritrattistica, ai Timelapse. Il progetto fotografico “suspended animation” nasce durante la fase della “costrizione”. Segregati in casa, l’unico modo per evadere e sentirsi un po’ più liberi era fotografare tra le mura domestiche. Così acquista corpo e forza l’idea di realizzare still-life, proprio come nella migliore tradizione pittorica dal Rinascimento alla Pop Art in una personale,sottilissima fusione tra pittura e fotografia (considerando anche che acquistare i beni di prima necessità era una delle poche attività concesse). Visto che non avevo mai fotografato nature morte: questa è stata la giusta occasione. Vivo e lavoro a Torino.

Principali Esposizioni:

- “FOTOGRAF(ars)I” collettiva presso MartinArte – 2017.

- “PICTA FABULAS” collettiva presso ATB Associazione Culturale – 2017

- "ALCHIMIE" collettiva presso MartinArte - 2019.



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