Un viaggio mentale, letterario, non inizia nel momento in cui partiamo né finisce nel momento in cui raggiungiamo la meta. A il vero, il volo pindarico di un autore incomincia molto prima, e coincide spesso con la realizzazione o il “termine” del viaggio di un altro passando dall’uno all’altro in un nastro ininterrotto di esperienze e ricordi che scorre dentro ognuno di noi e che persiste “nell’Iperuranio” anche dopo che ci siamo fermati. È lì, da qualche parte e possiamo attingervi, abbeverarci, alleviare i sintomi di una, malattia sostanzialmente incurabile, quella della conoscenza e della creatività.
Questo è capitato anche nella mia esperienza che è partita ispirata dalla ”Antologia di Spoon River” di Edgar Lee Masters e si è sviluppata in una direzione del tutto inusuale e inedita benchè affine nella sostanza più che nella forma.
Ecco quindi un libro di fotografia accompagnato da un testo a supporto, o un libro di racconti supportato da fotografie, o, se preferite, un libro nel quale i sensi si sovrappongono e si integrano grazie ai contenuti multimediali, provocando nel lettore un cortocircuito sensoriale.